Psicodiagnostica
“Il paziente non è un oggetto da esaminare, ma una persona da accogliere” (Silvestro Paluzzi)
“Il paziente non è un oggetto da esaminare, ma una persona da accogliere” (Silvestro Paluzzi)
La valutazione psicodiagnostica offerta dal Centro clinico dell’Istituto Paluzzi è un percorso valutativo che permette di raccogliere informazioni sulla storia del paziente, le sue dimensioni affettive, relazionali ed evolutive (anamnesi) per delineare un profilo clinico e della personalità. Rappresenta uno step fondamentale per prendere decisioni strategicamente orientate all’efficacia del trattamento, all’interno di un più ampio processo di approfondimento della richiesta di aiuto del paziente, avviato già dal primo colloquio.
La valutazione psicodiagnostica ha l’obiettivo clinico di indagare in profondità le difficoltà psicopatologiche e le caratteristiche di personalità, per poter pianificare al meglio la presa in carico del paziente o l’indirizzamento della persona ad un altro tipo di accompagnamento, non necessariamente psicoterapeutico. È indicata anche per rendere il paziente più consapevole rispetto al suo problema e alle sue fragilità e per metterlo nella condizione di esplorare con il clinico le strategie di intervento più adeguate e migliorare la propria qualità di vita
La valutazione psicodiagnostica si svolge generalmente in 2 sessioni di 90 minuti circa ciascuna. Dopo un primo colloquio anamnestico segue la somministrazione di diversi questionari, interviste strutturate/semi-strutturate e scale self report ad hoc (test autosomministrati a crocette). La valutazione psicodiagnostica può focalizzarsi su aspetti sintomatologici e/o personologici. Il modello di accertamento utilizza strumenti validati e riconosciuti a livello internazionale e secondo le linee guida dei più aggiornati protocolli di indagine.
È premura dei nostri collaboratori psicodiagnostici creare con il paziente un clima di accoglienza, informarlo sulla prassi testologica, raccogliere dubbi, chiarire perplessità, motivarlo a questo importante momento di approfondimento e “cucire sartorialmente” la valutazione sulla persona, componendo la specifica batteria dei test in linea con quanto emerso nel primo colloquio clinico e osservato in fase di assessment
La batteria dei test viene composta in maniera personalizzata sul paziente per approfondire, definire e quantificare quanto emerso nel colloquio clinico, anamnestico e dall’osservazione. In letteratura i questionari e le scale self-report sono numerose e varie in termini di costrutti teorici e sintomatologia che intendono misurare; possono prevedere differenti modalità di risposta (Vero/Falso, Scala Likert, risposta multipla).
Lo psicodiagnosta del Centro, in accordo con il clinico che ha svolto il primo colloquio, potrà inserire nell’assesment diversi test tra cui MMPI-2 Minnesota Multiphasic Personality Inventory, MCMI-III Millon Clinical Multiaxial Inventory, Intervista SCID-5 Structured Clinical Interview for DSM-5 Disorders, oltre a una serie di scale self report più specifiche per sintomatologia e che indagano i vari Disturbi d’Ansia, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbi dell’Umore, Disturbi del Comportamento Alimentare, Disturbi Psicotici, Disturbi Dissociativi, Disturbi Sessuali, Disturbi delle Condotte di Abuso, altre manifestazioni cliniche. Alcune delle principali scale self report utilizzate nel Centro sono SCL90–R Symptom Checklist; BDI-II Beck Depression Inventory; MSRS Maniac-State Rating Scale; TAS-20 Alexithymia; STAI-Y State-Trait Anxiety Inventory; ASI Anxiety Sensitivity Index; BAI Beck Anxiety Index; OBQ Obsessive Beliefs Questionnaire; PADUA; OCI-R Obsessive Compulsive Inventory-R; Y-BOCS Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale; EDI-3 Eating Disorder Inventory, ecc.
Fare psicodiagnosi significa costruire un profilo globale del funzionamento psichico della persona giunta in consulenza, integrando una molteplicità di dati ricavati dalle principali fonti di informazione utilizzate: il colloquio clinico, l’osservazione, la raccolta anamnestica e i risultati dei test
In linea con la vision che anima i collaboratori del nostro Centro, ogni azione professionale “tecnica” si inserisce all’interno di uno spazio relazionale caratterizzato da empatia, ascolto attivo, rispetto, sospensione del giudizio e accoglienza della persona in quanto tale e per il prezioso dono che ci permette nell’ “entrare in casa sua”. Come il Responsabile del Centro, Silvestro Paluzzi, sottolinea: “il paziente non è un oggetto da esaminare, ma una persona da accogliere”.
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